Scaband

sito di alta filosofia di vita

Archivi per il mese di “gennaio, 2012”

ultimo monologo di mac

troppo bello la parte finale, tante riflessioni, sulla vita e sulla morte.

lo divido in più parti per capirlo meglio

 

She should have died hereafter;
There would have been a time for such a word. 

 

 

Doveva pur morire, presto o tardi;

il momento doveva pur venire

di udir questa parola…

questa è la prima reazione di macbeth quando viene a sapere della morte della moglie.

 

Il mantello del gigante

sente ora il suo titolo

cascargli addosso sempre più sbilenco,

come il grande mantello d’un gigante

addosso al nano che gliel’ha rubato.

 

Angus parlando di Macbeth

Atto V, scena 2

dolore che non parla

Dolore che non parla

bisbiglia al cuore sovraedulcorato

l’ordine di spezzarsi.

Macbeth atto iv

La regina è tornata

Ieri ho sentito l’ultimo cd di Mina e devo ammettere che ne sono stata conquistata totalmente. E’ uno di quei cd che più lo ascolti e più ti rapisce, ogni volta scopri cose nuove, sonorità sconosciute, nuovi significati per le canzoni….ve lo consiglio senz’altro.

La signora ha la bella età di 71 anni ma la voce, quello strumento musicale naturale di cui è dotata è sempre intatto, sempre cristallino, sempre pronto ad interpretare cose diverse, unico e inconfondibile.

La copertina è una delle solite trasformazioni del suo viso, ora è un’aliena che ci guarda dall’alto, lei così irraggiungibile e superiore, e ci regala 10 canzoni da incorniciare.

Stavolta hanno scritto per lei autori nuovi ma di esperienza, si parte con una canzone di Faletti, triste e malinconica ‘Compagna di viaggio’ poi la bellissima Matrioska, titolo poco musicale ma originale scritta da Franco Fasano, segue ‘Questa canzone’ che è stata oggetto di un caso vero e proprio su internet prima che uscisse e che alla fine sembra essere una canzone scritta nel 1971 e inviata a Mina anni dopo…la brasiliana ‘Ainda Bem’ molto diversa dalle altre ma Mina non è nuova ai ritmi brasiliani, ‘Brucio di te’ del  grandissimo Giuliano Sangiorgi    , sua anche l’ultima difficilissima ‘E così sia’. La ‘canzone maledetta’ è un blues di Mingardi, ‘L’uomo dell’autunno’  una canzone bella e sofisticata che ogni grande voce vorrebbe cantare, ‘Fuori città’ che sembra una delle vecchie canzoni di Mina, di quelle che non vengono mai a noia e ‘Fly away’ scritta dal nipote.

Da ascoltare e riascoltare, da godere fino all’ultima nota, fino all’ultimo acuto di una voce meravigliosa e di un’artista che non ci stanca mai.

 

Frase del giorno dal Mac

Things at the worst will cease, or else climb upward
To what they were before.
Macbeth act I, scena 2
Le cose quando sono giunte al fondo,o cessano del tutto, o riemergono com’eran prima.

Frase del libro

Oh, full of scorpions is my mind, dear wife!

Macbeth

invocazione alla notte Mac

Come, seeling night,

Scarf up the tender eye of pitiful day

And with thy bloody and invisible hand

Cancel and tear to pieces that great bond

Which keeps me pale.

tempo lungo a Venezia

Primo duetto del Macbeth

Dopo aver ricevuto le profeziadalle streghe

Machbeth inizia a pensare al proprio futuro e alle proprie ambizioni, suscitate dalle streghe

Banquo lo vede perplesso e rimane quasi impaurito dal suo rimanere pensoso, verdi ce lo dice così:

MACBETH

(fra sè, sottovoce, quasi con ispavento)

Due vaticini compiuti or sono…

Mi si promette dal terzo un trono…

Ma perch‚ sento rizzarmi il crine?

Pensier di sangue, d’onde sei nato?…

Alla corona che m’offre il fato

La man rapace non alzerò.

BANCO

(fra sè)

Oh, come s’empie costui d’orgoglio,

Nella speranza di un regio soglio!

Ma spesso l’empio Spirto d’averno

Parla, e c’inganna, veraci detti,

E ne abbandona poi maledetti

Su quell’abisso che ci scavò.

le streghe di verdi

Verdi apre il Macbeth con una scena corale,

molto evocativa, che dopo il preludio ci introduce subito

nel clima magico della tragedia schakespeariana

e qui il regista/sceneggiatore può sbizzarrirsi con gli allestimenti più macabri (come deve essere fantasioso un lavoro del genere?!)

anche se questo è soltanto il preludio

questa è la scena di william

personalità di ladi M.

siamo in pieno atto III

il re è già stato ucciso, macbeth è re, resta però Banque

a cui le streghe hanno predetto una stirpe di re

sia Macbeth (divenuto re) che lady M. sono preoccupati, non possono

vivere con questa paura in testa, ecco alcuni passaggi:

 

LADY MACBETH – Si sarà speso tutto, e avuto niente,

se al desiderio, una volta appagato,

non s’accompagni pure il godimento.

Sarebbe stato allora più sicuro

restare quelli che abbiamo distrutto,

piuttosto che continuare a vivere,

proprio in forza di quella distruzione,

in uno stato d’incerta letizia.

poi a macbeth:

Mio signore, che hai, che ti succede?

Perché rimani così solitario

avendo per tua sola compagnia

i pensieri più tristi e desolati,

ed inseguendo certe fantasie,

che dovrebbero ormai esser defunte

con la morte dei loro stessi oggetti?

Ciò ch’è senza rimedio,

non val che ci si pensi più di tanto:

quello che è fatto è fatto.

 

colpisce la fredda razionalità dei suoi pensieri, ancora il rimorso non l’ha colpita, pensa solo a finire la sua opera malefica e mettere in salvo le sue conquiste.

per macbeth invece l’angoscia maggiore è quella di perdere la tranquillità più che le conquiste materiali e risponde:

MACBETH – La serpe noi l’abbiam recisa in due,

ma non l’abbiamo uccisa: è lì vicina,

tornerà ad esser quella di prima;

e sulla nostra meschina malizia

sta ancora la minaccia del suo dente.

Ma si scardini tutto l’universo,(50)

e crollino in rovina entrambi i mondi

prima che ci si debba rassegnare

a stare a tavola con la paura

e coricarsi con l’animo afflitto

da tutti quegli spaventosi sogni

che ogni notte ci fanno trasalire.

Meglio stare coi morti

che noi stessi, per conquistar la pace,

abbiam spedito nella pace eterna,

anzichè vivere nella tortura

d’un delirar continuo della mente.

Duncano se ne sta nella sua tomba,

e finalmente dorme nel riposo

dal sussultar febbrile della vita.

Il tradimento ha fatto in lui il suo peggio:

né acciaio, né perfidia di parenti,

né veleno, né forestiero esercito

ormai non possono toccarlo più.

………

LADY MACBETH – Lascia star certe idee.

 

MACBETH – Oh, moglie mia,

 

ho il cervello ripieno di scorpioni.

THE WAY WE WERE

(Mai titolo fu più evocativo…..)

Oggi si parla di un film che ha fatto un’epoca, Come eravamo di Sidney Pollack con Barbra Streisand e Robert Redford. Il film dei primi anni settanta è ambientato nell’America tra gli anni 30 e gli anni 60 passando per il Maccartismo, è una storia d’amore bellissima sullo sfondo degli avvenimenti sociali e politici di quegli anni. Lui giovane e ricco lei ebrea e comunista si incontrano e si amano fin dal primo momento. Ma la storia va avanti tra alti e bassi, i due sono divisi soprattutto dallo stile di vita e dagli ideali. Lui è bellissimo, lei bravissima, e il loro amore contagioso, sembra per sempre, ma a volte purtroppo l’amore non basta, soprattutto se certe fratture sono insanabili, e la fine è dietro l’angolo.

Il film non è un capolavoro assoluto, a volte è lento e a tratti la sceneggiatura sembra scollegata, ma i protagonisti sono azzeccatissimi, una coppia vera, credibile e intensa, e in più la colonna sonora (vinse due oscar) degna dei grandi film, tiene insieme il tutto e sottolinea in modo struggente ogni avvenimento. Il finale è da cineteca, è perfetto, i dialoghi, l’intensità degli attori, bello, romantico e inesorabile come a volte è la fine di certe storie. Da vedere

http://www.youtube.com/watch?v=Qxg9qzVGpcs

http://www.youtube.com/watch?v=GNEcQS4tXgQ

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