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Archivio per la categoria “poesia”

..o la grande notte…

Ou bien toi, grande Nuit, fille de Michel-Ange,
Qui tors paisiblement dans une pose étrange
Tes appas façonnés aux bouches des Titans!

 

o anche te, grande Notte, figlia di Michelangelo,

che torci quetamente in una posa strana

le tue forme fatte per le bocche dei titani!

serve lady Machbeth

Ce qu’il faut à ce coeur profond comme un abîme,
C’est vous, Lady Macbeth, âme puissante au crime,
Rêve d’Eschyle éclos au climat des autans;

 

 

quello che serve a questo cuore profondo come un abisso,

siete voi, Lady Machbeth, anima potente nel crimine,

sogno di Eschilo dischuso in climi iperborei.

l’ideal

\

….je ne puis trouver parmi ces pâles roses
Une fleur qui ressemble à mon rouge idéal.

Je t’adore…

Je t’adore à l’égal de la voûte nocturne

Je t’adore à l’égal de la voûte nocturne,
Ô vase de tristesse, ô grande taciturne,
Et t’aime d’autant plus, belle, que tu me fuis,
Et que tu me parais, ornement de mes nuits,
Plus ironiquement accumuler les lieues
Qui séparent mes bras des immensités bleues.

Je m’avance à l’attaque, et je grimpe aux assauts,
Comme après un cadavre un choeur de vermisseaux,
Et je chéris, ô bête implacable et cruelle!
Jusqu’à cette froideur par où tu m’es plus belle!

— Charles Baudelaire

Io t’adoro come la volta notturna,

o vaso di tristezza, grande taciturna,

e t’amo tanto piú, bella, se fuggi,

quasi sommando, o mia notturna gioia,

con ironia le leghe che separano

dal mio petto le azzurre immensità.

Vengo all’attacco, insisto su di te

come un grumo di vermi su un cadavere e t’amo,

o animale implacabile e crudele,

anche nel gelo per il quale ai miei occhi sei più bella!

 

Fame della tua bocca

Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli

e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,

non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,

cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

 Sono affamato del tuo riso che scorre,

delle tue mani color di furioso granaio,

ho fame della pallida pietra delle tue unghie,

voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,

il naso sovrano dell’aitante volto,

voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,

cercandoti, cercando il tuo cuore caldo

come un puma nella solitudine di Quitratúe

¡Tú eres lo único que tengo desde que perdí mi tristeza!

Canzone del maschio e della femmina!
Il frutto dei secoli
che spreme il suo succo
nelle nostre vene.

La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa 
per uscire migliorata da te, 
il cuore che si disperde 
stirandosi come una pantera, 
e la mia vita, sbriciolata, che si annoda 
a te come la luce alle stelle!

Mi ricevi
come il vento la vela.

Ti ricevo
come il solco il seme.

Addormentati sui miei dolori se i miei dolori
se i miei dolori non ti bruciano,
legati alle mie ali,
forse le mie ali ti porteranno,
dirigi i miei desideri, forse ti duole la loro lotta.

Tu sei l’unica cosa che possiedo 
da quando persi la mia tristezza!

Lacerami come una spada
o senti come un’antenna!

Baciami,
mordimi,
incendiami,
che io vengo alla terra
solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell’acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!

Mi alma derramándose en tu carne extendida
para salir de ti más buena,
el corazón desparramándose
estirándose como una pantera,
y mi vida, hecha astillas, anudándose
a ti como la luz a las estrellas!

¡Tú eres lo único que tengo
desde que perdí mi tristeza!

cristoforo

….

E’ da un mese che naviga a vuoto quell’Atlantico amaro, 
ma continua a puntare l’ignoto con lo sguardo corsaro; 
sarà forse un’assurda battaglia ma ignorare non puoi 
che l’Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi. 

…..

Ich bin ein Stern

Ich bin ein Stern
Ich bin ein Stern am Firmament,
Der die Welt betrachtet, die Welt verachtet,
Und in der eignen Glut verbrennt.

Ich bin das Meer, das nächtens stürmt,
Das klagende Meer, das opferschwer
Zu alten Sünden neue türmt.

Ich bin von Eurer Welt verbannt
Vom Stolz erzogen, vom Stolz belogen,
Ich bin ein König ohne Land.

Ich bin die stumme Leidenschaft,
Im Haus ohne Herd, im Krieg ohne Schwert,
Und krank an meiner eignen Kraft.

Sono una stella
Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nel proprio ardore.

Io sono il mare di notte in tempesta
il mare urlante che accumula nuovi
peccati e agli antichi rende mercede.

Sono dal vostro mondo
esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato,
io sono il re senza corona.

Son la passione senza parole
senza pietre del focolare, senz’arma nella guerra,
è la mia stessa forza che mi ammala.

Hermann Hesse

Weil ich dich liebe

Weil ich dich liebe

Weil ich dich liebe, bin ich des Nachts
So wild und flüsternd zu dir gekommen,
Und daß du mich nimmer vergessen kannst,
Hab ich deine Seele mit mir genommen.

Sie ist nun bei mir und gehört mir ganz
Im Guten und auch im Bösen;
Von meiner wilden, brennenden Liebe
Kann dich kein Engel erlösen.

 

Perché ti amo

 

Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’ anima tua son venuto a rubare.

Ora lei è mia del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

Hermann Hesse

Addio all’amore

Bordone

Ti vedrò? Non ti vedrò?

a me importa soltanto il tuo amore.

Hai sempre il riso di allora e quel cuore?

Il mio cuore oppresso

con l’alba avverte il dolore

del suo amore

e il sogno delle lontananze.

La luce dell’aurora

porta rimpianti a non finire e

tristezza senza occhi del midollo dell’anima.
Il sepolcro della notte distende il nero velo
per nascondere col giorno
l’immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall’aurora
e con un’anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perché per sempre
ti ho perduta in quella chiara sera?
Oggi il mio petto
è arido come una stella spenta.

Federico Garcia Lorca


QUESTO AMORE

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato
ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E tuo
E mio
È stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

Jacques Prevert

 

 

L”amore è come un fiore, l’unico di un campo, che si muove in base al vento, è fragile e forte al tempo stesso ma anche disperato, perchè è lì da solo, unico tra tanti fili d’erba.
E’ bello, ma cattivo quando il tempo è cattivo, a voler dire che non vive di vita propria ma è alimentato e condizionato dai due amanti che lo alimentano….e tutta la serie di aggettivi lo rendono molto umano, è ‘befffardo’, sembra quasi di vederlo ridere, sa di essere speciale e deride gli altri amori che sono da niente….lui è unico, gli altri lo invidiano, parlano di lui come di qualcosa che non potranno raggiungere mai.
Improvvisamente è ferito, calpestato, i due amanti si sono fatti del male, avranno cercato di sradicarlo, di ucciderlo ma lui niente è sempre lì, è vivo, vero, reale, loro possono allontanarsi da lui, invecchiare, dormire e svegliarsi, ringiovanire addirittura ma lui è immobile sempre uguale ma diverso ogni volta, vivo come il desiderio che ognuno ha dell’altro….
Alla fine ecco che si materializza davvero tanto è forte, e li guarda, guarda chi lo ha generato, e diventa un esempio per tutti, un monito, un punto di forza a cui aggrapparsi, non c’è che lui sulla terra!

 

Era il giorno ch’al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro.

Tempo non mi parea da far riparo5
contra colpi d’Amor: però m’andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s’incominciaro.

Trovommi Amor del tutto disarmato
et aperta la via per gli occhi al core,10
che di lagrime son fatti uscio et varco:

però, al mio parer, non li fu honore
ferir me de saetta in quello stato,
a voi armata non mostrar pur l’arco.

 

dal canzoniere di petrarca

il poeta ricorda quando si innamorò di laura

quando l’amore gli aprì la via dagli occhi al cuore….

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